Campari: red passion

Con l’ultimo articolo pubblicato abbiamo approfondito le questioni legate alla controversa settimana di Coca-Cola, ideatrice di una strategia di product placement, che si è concretizzata con l’evidente presenza del brand e del suo prodotto all’interno del video e del testo della canzone Mille.

Dopo aver analizzato ed enfatizzato l’uso che è stato fatto del colore rosso all’interno della comunicazione del brand, abbiamo deciso di approfondire un caso studio considerato iconico e prestigioso per quanto riguarda il ruolo del colore, anche in questo caso rosso, nello sviluppo dell’identità e comunicazione aziendale: Campari.

La storia di Campari, tra le più famose aziende al mondo nel settore del beverage, inizia nel 1860 quando Gaspare Campari inventa la celebre bevanda dal gusto amaro e distintivo.

Il colore caratteristico dell’offerta aziendale è diventato una vera e propria icona del brand grazie alla creazione, sempre più articolata, di un’immagine coordinata forte. Il legame azienda-colore si è progressivamente consolidato grazie al contributo di grandi maestri e creativi del mondo dell’arte e della comunicazione.

Uno dei primi manifesti Campari in cui compare il colore rosso, Uomini al tavolino di un caffè, risale al 1901 ed è stato realizzato dal pittore e cartellonista Adolf Hohenstein. Il suo uso del colore, inserito nella rappresentazione di un momento conviviale, trasmette uno spirito di amicizia e condivisione, valori che diventano subito caratterizzanti del prodotto.

Negli stessi anni, Marcello Dudovich firma un celebre manifesto nel quale il colore si veste di nuovi significati, rappresentando l’amore, il desiderio e la passione dei due innamorati ritratti nel manifesto stesso. Questo quindi anticipa chiaramente la creazione del leitmotiv comunicativo “red passion”, che sarà costante nell’immaginario del brand da all’ora fino a oggi.

Estremamente importante sarà poi il contributo di Leonetto Cappiello, che nel 1921 realizza un manifesto in cui è presente un rosso estremamente frizzante e vivo, che emerge e diventa protagonista grazie al contrasto col nero dello sfondo. Queste caratteristiche diventano così identitarie del prodotto e vengono veicolate ulteriormente da un “folletto” che corrisponde a un primo antesignano della figura del testimonial.

Leonetto Cappiello, Manifesto Campari, 1921.
Fonte: Collezione Salce

Questa connotazione del colore viene infatti veicolata nuovamente già dai manifesti realizzati negli anni ‘20 dall’artista futurista Fortunato Depero, il quale nel 1932 progetta anche la bottiglietta del Campari Soda. Questa è diventata un simbolo di design accessibile quotidianamente e caratterizzato da una trasparenza che esalta immediatamente l’iconico colore rosso, che si afferma definitivamente come principale elemento comunicante del prodotto.

Fortunato Depero, Manifesto Campari, 1927.
Fonte: Collezione Salce

Nel corso degli anni numerosi professionisti hanno continuato a veicolare nella comunicazione di Campari con stili diversi il colore, attribuendo però a esso le medesime connotazioni ormai identitarie del brand.

A partire dagli anni ‘80, Campari inizia a coinvolgere numerosi registi nella realizzazione di spot televisivi. Questa stagione inizia con lo spot realizzato nel 1984 da Federico Fellini ed è interessare sottolineare come anche in questi casi emerge la commistione tra il rosso protagonista e rappresentante del brand e gli stili unici e caratteristici dei diversi registi coinvolti.

Anche grazie a questi contributi, negli anni a venire il rosso Campari inizia a esprimere una nuova idea di passione, sempre più legata al concetto di trasgressione e, soprattutto, di erotismo.

Verso la fine del Novecento, infatti, la sensualità del rosso, unita alla bravura e alla fama di fotografi e modelle internazionali, sviluppa una nuova tradizione per il brand:
il Calendario Campari, come forma promozionale coerente alle promesse di un rosso sempre più erotico.

Questa tradizione comunicativa continua ancora oggi e ha permesso di affermare nel tempo con continuità e coerenza un’identità di brand e di prodotto chiara, riconoscibile e assolutamente distintiva, affermando Campari come un caso studio di primo livello riguardo a questo tema.

Una storia di emozioni e valori, rigorosamente firmati “rosso Campari”.

 

Read More

La controversa settimana di Coca Cola

Questa settimana il marchio internazionale dell’iconica bevanda è sulla bocca di tutti!

Dal “labbra rosse Coca Cola” citato nella nuova hit estiva firmata Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti, allo scandalo scatenato da Cristiano Ronaldo che durante la conferenza stampa degli Europei di calcio ha dichiarato pubblicamente “non bevete Coca Cola”, lì posizionata in quanto sponsor dell’evento, causando il crollo in borsa per l’azienda che ha perso 4 miliardi di dollari!

Coca Cola quindi, che aveva puntato alla massima visibilità con la Uefa e il tormentone estivo italiano, si è vista prendere in contropiede dall’iniziativa del calciatore che ha distrutto pubblicamente il marchio di cui anni prima era stato, tra l’altro, testimonial.

Ma analizziamo meglio la strategia messa in campo dal brand nella canzone Mille!

Si tratta di un esempio di product placement: il prodotto è stato “piazzato” all’interno di un altro prodotto (il brano musicale).

La bevanda viene citata nel testo della canzone e nel video viene mostrato in anteprima il nuovo design della bottiglietta di Coca Cola Zero, con il logotipo nero anziché bianco, che sarà sul mercato da luglio. Questa operazione, già di per sé eloquente, è stata poi rilanciata da Fedez nei suoi social “in partnership con” Coca Cola.

Non ci è dato sapere se l’iniziativa sia partita da Fedez o da Coca Cola ma di sicuro è stata accuratamente pensata ed è a vantaggio di entrambi.

Fedez è il personaggio sicuramente più influente per incarnare lo stile giovanile e colorato della Coca Cola così come Orietta Berti, che nell’ultimo anno ha saputo reinventarsi e tornare sulle scene pur restando fedele a se stessa, rappresenta alla perfezione la storicità di un brand che è ancora attuale.

Nel video il prodotto viene mostrato e citato, non si tratta quindi di messaggi subliminali (anche se i colori del brand compaiono ripetutamente in altre scene e dettagli del clip) ma in maniera così elegante da sembrare impercettibile: la bevanda che meglio si associa al tempo estivo (oltre a quello natalizio…ma questa è un’altra storia!) ci trasporta in questa ambientazione, in una frivola estate anni ’60 a base di twist e Coca Cola. Ci trasmette un senso di freschezza e di ritrovata leggerezza, dopo la pandemia così come negli anni del boom seguiti alle privazioni della guerra.

dal Video ufficiale di Fedez, Achille Lauro, Orietta Berti – MILLE

Un colore, un simbolo: Labbra rosse Coca Cola

Mai versetto è stato più azzeccato!

Non è la prima (e non sarà l’ultima) volta che la bevanda viene citata in una canzone ma sicuramente è molto d’effetto in quanto viene associata al colore che la contraddistingue, diventando interpretante del brand…e chissà come mai ogni volta che vedrete questo bel rosso, vi verrà voglia di una bibita rinfrescante…è un caso?! Assolutamente no!

Abbiamo già parlato in passato dei colori nel marketing ed è cosa ormai nota come il rosso (spesso associato al marrone, sia in questo caso come in altri noti fast food) sia un colore eccitante, che porta al consumo immediato e, in questo caso, velato di sensualità con il rimando al colore delle labbra col rossetto per eccellenza.

Insomma, non servirà a rimediare il danno apportato da Ronaldo, ma dal momento che il video uscito lunedì 14 è già al primo posto tra le tendenze per la Musica su YouTube Italia, non può che essere di buon auspicio per la multinazionale, ora

consacrata anche nella storia della musica!

Non sarebbe da stupirsi se quest’estate vedessimo un aumento delle vendite di rossetto rosso (calate in seguito all’introduzione delle mascherine nell’ultimo anno e mezzo) e spopolare la nuova Coca Cola Zero tra le protagoniste di meme, video Reel e Tik Tok che cavalcheranno l’onda del tormentone del momento…non trovate?

dal Video ufficiale di Fedez, Achille Lauro, Orietta Berti – MILLE

Read More

Un packaging sostenibile, quando l’utile si unisce ad un trend

Ci si potrebbe sbizzarrire per descrivere quello che si trova in un normale carrello della spesa. Materiale di imballaggio che finisce poi rigorosamente nella pattumiera e, in molte situazioni, purtroppo in maniera non differenziata.

Eppure i consumatori stanno optando in maniera sempre più crescente verso brand che abbraccino pratiche commerciali sostenibili e trasparenti.
Il settore del packaging sta evolvendo proprio per rispondere a questo scenario, infatti, oggi  “imballaggio” significa molto più che proteggere e trasportare un prodotto.

Secondo Nielsen, i consumatori di tutto il mondo stanno privilegiando sempre di più gli acquisti da quei marchi che si impegnano per un cambiamento sociale ed ambientale positivo. Lo studio rileva che il 66% dei consumatori sono disposti a pagare di più per prodotti sostenibili, mentre il 51% dei Millennial controlla l’imballaggio per cercare i messaggi relativi alla sostenibilità del prodotto e del packaging. In breve, i consumatori stanno impiegando il loro potere d’acquisto per supportare brand che riflettono i loro valori e preferenze.

Ecco che per ridurre l’aumento indiscriminato di imballaggi nei nostri rifiuti quotidiani ci sono due strade: la prima riguarda lo studio e la progettazione di packaging sostenibili, che tengano conto sia della funzionalità sia degli impatti ambientali legati alla produzione, all’utilizzo e allo smaltimento del bene stesso; la seconda legata al recupero, riciclo e riutilizzo degli imballaggi, in modo da ridurne il volume e nel contempo minimizzare l’utilizzo di nuova materia prima.

Ad esempio, se decidessimo di acquistare un succo d’arancia già pronto avremmo l’imbarazzo della scelta: vari tipi di arance e combinazioni di succhi e nettari.
E la stessa cosa si può dire per il packaging: bottiglia in vetro o in plastica, lattina in alluminio o contenitore in cartoncino, etc. Anche questa scelta sotto alcuni punti di vista può essere sostenibile.

Spesso le industrie sono attente a limitare al massimo gli sprechi e le perdite di prodotto durante la lavorazione, ad acquistare le materie prime in prossimità degli stabilimenti, etc. Inoltre, i succhi e i nettari di arancia confezionati sono progettati e realizzati per essere conservati e sono acquistabili in formati che rispondono alle esigenze di consumo dei singoli o delle piccole comunità familiari. Sono quasi sempre richiudibili e ciò permette una preservazione del prodotto anche in stagioni dell’anno in cui non sarebbe disponibile e il loro trasporto in sicurezza in altri luoghi. 

In termini di sostenibilità, il packaging è determinante per evitare la perdita di un prodotto alimentare. Infatti, può allungarne la vita e di conseguenza ridurre la probabilità che non venga consumato. Inoltre, poiché è scientificamente dimostrato con studi di Life Cycle Assessment che per produrre un alimento si determina un alto impatto ambientale, potrebbe essere persino più sostenibile eccedere in packaging pur di evitare la perdita del prodotto.

Read More

Il Packaging è essenziale per farsi notare.

L’immagine di una confezione è la prima cosa che attira l’attenzione di un possibile acquirente, infatti l’acquisto di un prodotto nasce nella mente ancora prima di entrare in un negozio dato che ognuno sa cosa stia cercando. Ecco perché sempre più brand sono particolarmente attenti all’utilizzo dei colori delle loro confezioni come tecniche di comunicazione per posizionarsi ad un livello superiore rispetto ai loro rivali.

Per scegliere un prodotto il consumatore impiega circa due secondi ed in questo brevissimo tempo si determina il successo o l’insuccesso di un brand.
La mossa vincente per le aziende è farsi notare e distinguere in quel lasso di tempo. In una società consumistica come quella attuale è importante offrire al consumatore quello che già è presente nel suo pensiero.

Ecco che la scelta del colore e del packaging fanno la differenza.

I colori rosso e arancio spesso vengono utilizzati nel food perché sembra aumentino il battito cardiaco, la salivazione e di conseguenza l’appetito; infondono energia, passione, forza e attirerebbero immediatamente l’attenzione di chi acquista. Il blu trasmetterebbe invece sensazioni di fiducia e tranquillità, mentre il giallo avrebbe la capacità di migliorare l’umore e sarebbe preferito dalle persone golose.

Creare invece una confezione sostenibile, riutilizzabile, funzionale, con forme e colori accattivanti è un elemento chiave per la comunicazione che quel prodotto intende trasmettere al consumatore.

Ad esempio, spendere di più per un prodotto confezionato nella latta è una mossa vincente, poiché il cliente molto probabilmente riutilizzerà la confezione e vedrà il vostro marchio tutti i giorni, affezionandosi.

Per questo il fattore emozionale non è da sottovalutare. Creare infatti tutta una serie di relazioni affettive ed evocative intorno ad un brand, in grado di suscitare ricordi e momenti piacevoli della propria vita, non è solo marketing poiché il cliente rimarrà piacevolmente legato all’acquisto di quella marca, presumibilmente per tutta la vita.

Un esempio di come un nuovo brand possa farsi notare entrando nel mondo della pasta, sono il packaging della pasta “Pietro Gala” e “Good Hair Day Pasta” che invogliano il consumatore a provare il prodotto per la simpatia che questo gli causa. Dato che non vi è italiano che non la cucini almeno 5 volte a settimana un elemento importante è il legame affettivo che questi possibili compratori hanno col prodotto.

Come può quindi farsi conoscere una nuova azienda?

Deve semplicemente farsi notare, e quale modo migliore se non usare un packaging accattivante?

Read More

Aumentare fiducia e credibilità nel tuo brand

Aumentare fiducia e credibilità nel tuo brand è un elemento essenziale ed un processo – on line e sui social media – che si concretizza con il tempo e seguendo alcune precise dinamiche.

Molto più spesso di quanto si creda, dopo aver sviluppato un business plan, piattaforme online integrate, brand identity, piani e strategie social ed aver fatto debuttare un nuovo marchio, servizio o prodotto online, non riscontriamo tutti i risultati (o a volte, nessuno di essi) che ci saremmo aspettati.

Il pubblico non viene coinvolto, non converte, non acquista. Le community, invece di piazze affollate colme di idee da condividere e azioni da intraprendere, sembrano isole deserte. Quale può essere il problema?

Potrebbero esserci molti e diversi motivi per cui gli utenti sono riluttanti a interagire con noi, ma una delle difficoltà più comuni è quella di non riuscire a stabile la fiducia necessaria con le persone.

E quindi, di conseguenza, la domanda a cui dobbiamo rispondere è: “Perché il nostro pubblico non si fida di noi?”

Perché, prima di tutto, non risultiamo credibili.

Nella vita reale e nelle relazioni offline, la fiducia viene creata tramite passaparola, referenze di clienti e partner. Una persona parla con un’altra che ti conosce e che è soddisfatta dal marchio e la tua reputazione aumenta, così come il percepito dei prodotti e servizi. Spesso però, la fiducia guadagnata nella vita reale si scontra con lo specchio della realtà online e molto spesso queste due realtà parallele non sono coerenti tra loro.

La mancanza di credibilità online può verificarsi per diversi motivi ma è bene ricordare che costruire un rapporto di fiducia con il pubblico è un processo che non avviene da un giorno all’altro.

I consigli per aumentare credibilità e fiducia nella relazione online con il tuo pubblico sono i seguenti:

Stabilisci l’autorità
Prima di tutto, vietato fingere. Fingere ciò che non sei non ti porterà particolarmente lontano.  Ciò che comunichiamo online è molto diverso dal consegnare a qualcuno un biglietto da visita: sui social ad esempio è facile completare la mappa di chi sei, dove hai lavorato, quali referenze hai, chi sono i tuoi contatti etc.
I contenuti che pubblichi su tutte le piattaforme devono attestare le tue competenze e farlo in modo inequivocabile. Per questo, è necessario spingersi oltre una banale lista di “cose che sappiamo fare bene” o un breve paragrafo che dice ai lettori che siamo degli esperti nel nostro campo.

Le fonti devono sempre essere verificabili e accreditate, come contenuti del blog, riferimenti, testimonianze veritiere dei clienti, guest post, etc.

Non solo parole, fatti.

Tutto ciò che riguarda il nostro marchio online – il sito, il blog, i profili social – non devono solo “raccontare” ma devono necessariamente far seguire alle parole i fatti. Se dichiari di essere la miglior agenzia pubblicitaria di una specifica area geografica e di sapere come fornire risultati, allora il sito web e i tuoi account social devono dimostrarlo.

Prenditi tempo per non trascurare nulla (soprattutto i particolari, che anzi, possono diventare un tratto distintivo del brand) e cura ciò che dici di essere così bravo a realizzare.

Qualsiasi marchio, professionista o fornitore di servizi dovrebbe fare da sé ciò che afferma di poter fare per gli altri. Se non investi risorse nel curare i dettagli della tua presenza online, perché qualcuno dovrebbe credere che sei in grado di farlo per loro?

Coerenza, nella vita come nel business

È importante tenere bene a mente che non si può essere un tipo di persona (o azienda) nella vita reale e una versione migliorata sul web. Il tuo comportamento online rifletterà ciò che sei nella vita vera. Valori, etica, tono di voce, successi e fallimenti inclusi.

La fiducia del nostro pubblico passa necessariamente dalla percezione di quanto questo divario sia pressoché impercettibile

Sfrutta le connessioni virtuose

Impara da ciò che funziona, è bello o ispira. Crea connessioni con aziende e professionisti dai quali apprendi, con cui instauri rapporti costruttivi, che potenziano la tua attività e ti ispirano a diventare migliore. Diventa per loro fonte di reciproco miglioramento e ispirazione.

Proprio come tu hai bisogno di costruire un rapporto di fiducia con la tua community, così anche l’esempio che dai instaurerà un circolo virtuoso con chi ti segue e spingerà ulteriori utenti a fare lo stesso, nei confronti del marchio e anche nelle proprie cerchie.

Falli innamorare a prima vista

Ovvero: come un singolo tweet o un singolo post social può farti connettere intimamente con il tuo pubblico. A volte, davvero, non serve altro. Come nelle relazioni interpersonali, spesso anche per brand e utenti è una “questione di pelle”. Possiamo capitare per un caso più o meno fortuito nella home di un utente che si innamora del marchio grazie ad un tweet, un contenuto video, una campagna di social media marketing. Il rapporto di fiducia, in questo caso, parte subito e facilmente ma non devi dimenticare che, proprio come in una love story, deve avere solidi motivi per esser mantenuta.

Non lasciare niente al caso, lavora sodo sulla qualità dei contenuti così da diventare coinvolgente e- di conseguenza- fonte di condivisione. Aumentando le condivisioni, va da sé, aumentano le possibilità di finire nel news-feed di un potenziale nuovo cliente.

Le relazioni hanno bisogno di tempo (il tuo)

Costruire relazioni è un compito difficile ma estremamente gratificante. Spesso facciamo l’errore di non investire abbastanza tempo in questo processo di costruzione e impiegare invece la totalità delle energie in creatività, adv, strategia, insomma, in quella scienza inesatta che sono i social media.

Gli strumenti e le dinamiche social possono essere appresi da quasi tutti: è l’arte del coinvolgimento che ti differenzia dalle masse. Se hai difficoltà a costruire relazioni reali online, è probabile che non tu stia investendo abbastanza tempo per conoscere davvero il tuo pubblico. Cerca di connetterti veramente con gli altri: fai domande, commenta i loro post sul blog, rispondi alle richieste, raggiungi le persone con cui ti senti a tuo agio, ascoltale e costruisci relazioni vere.

Da lì, il passo verso la fiducia è breve.

Content curation

L’esperienza di marca e l’autorità del marchio passano, anche e soprattutto, da come un’azienda veicola i messaggi. Esistono moltissimi contenuti utili e ben fatti sul web, che riescono a rispondere a qualunque domanda. Ma è attraverso i contenuti originali (per es. i testi del tuo sito web, delle tue campagne online o anche- semplicemente, delle tue CTA) che le persone arrivano a conoscerti, capirti, seguirti. La cura dei contenuti si esprime nel tuo personale modo di comunicare, un luogo in cui puoi stabilire fiducia, leadership di pensiero, competenza e relazioni.

 

It’s not about you

No, non riguarda te. Per quanto si voglia pensare che un account Twitter, una pagina Facebook, una board di Pinterest o un sito aziendale parlino solo ed esclusivamente del marchio, non è così. La tua presenza online (e quella del tuo marchio) sono strumenti. Strumenti per stabilire autorità, costruire comunità e fiducia con gli utenti, non cartelloni pubblicitari. Sempre in questo scenario, le aziende che si parlano addosso risultando estremamente autoreferenziali riescono nell’arduo compito di farsi dimenticare immediatamente o di suscitare sentimenti di sfiducia.

Attraverso l’ascolto e la conversazione con il tuo pubblico, invece,  riuscirai davvero a comprenderlo e uno dei territori più adatti a questo scopo sono proprio i social media. Quanto meglio riesci a comprendere il tuo target, tanto più sarai in grado di aiutarlo. E più lo aiuti più si fiderà di te.

In conclusione, non si tratta solo di diventare un punto di riferimento per le persone, ma di usare tempo e risorse per costruire relazioni online con i clienti che si avvicinino quanto più possibile con l’idea che essi hanno dei rapporti reali e delle loro dinamiche.

Read More

Valorizza il tuo brand

I packaging in latta promuovono il brand nel tempo e fanno accrescere il valore del prodotto contenuto.

Sono interessanti sia per il loro valore estetico che per l’importanza che ricoprono dal punto di vista affettivo.
Questi meravigliosi oggetti, dalla storia particolarmente affascinante e antichissima – addirittura XIII secolo quando si decise di utilizzarli per la conservazione di alcuni cibi che bisognava conservare per lunghi periodi.

Basti pensare che nei lunghi viaggi e spedizioni c’era la necessità di conservare il cibo anche per settimane o mesi, ecco che la lamiera di metallo, trattata in un certo modo, era la giusta soluzione a questo problema. Successivamente, grazie alla capacità della latta di resistere agli acidi si decise di utilizzare questi barattoli per prodotti come biscotti, caffè, medicine, conserve. Questo prodotto venne così tanto diffuso che col tempo venne anche utilizzato per altri scopi non legati alla conservazione del cibo, divenendo dei veri e propri oggetti da collezione per decorare la casa, oggi molto utilizzati anche come scatole regalo.

Esistono tantissimi tipi di scatole di latta, tutte meravigliosamente diverse tra loro. La storia risale alla fine del ‘600 quando questo prodotto venne utilizzato dalle aziende private che commercializzavano i prodotti più variegati. Per una maggiore pubblicità tantissime aziende facevano imprimere sulla latta il marchio aziendale con lo scopo di creare maggiore visibilità. Le latte di quegli anni possono essere considerate dei veri e propri cartelli pubblicitari moderni!
Tra le scatole di latta vintage da collezione maggiormente ricercate troviamo aziende dolciarie che, con affascinanti disegni e decori, donano un tocco speciale alla tua cucina, diventando subito veri e propri dettagli di stile.

I packaging in metallo hanno sempre un certo fascino e si possono utilizzare per mantenere in ordine vari ambienti della casa, facendo al contempo bella mostra di sé su mensole e scaffali.

I possibili utilizzi delle scatole di latta sono davvero numerosissimi: nella stanza degli hobby per organizzare i materiali creativi; nel guardaroba possono essere utilizzate per riporre gioielli e cinture; in cucina sono perfette per tenere in ordine le formine dei biscotti, ma anche per conservare bustine di tè e tisane; mentre nella cameretta dei bambini possono trasformarsi in fantastici contenitori dove riporre i giochi più piccoli.

Read More

Il packaging è fondamentale

Il ruolo del packaging nel marketing è sempre stato molto significativo in quanto attraverso la confezione le aziende comunicano per far notare i loro prodotti ai consumatori.

Infatti, dal momento che un packaging adeguato può aiutare un prodotto ad essere più riconoscibile sul mercato, la  scelta del colore ha un ruolo molto importante sia per il design che per la comunicazione visiva che riesce a conferire al prodotto.
La confezione del prodotto dev’essere attraente e subito riconoscibile per attirare il cliente ed essere competitiva in mezzo a tanti altri.
E’ importante effettuare una ricerca per valutare le motivazioni che spingono all’acquisto, il test di colore, l’impatto psicologico, e così via, al fine di accertare come la maggioranza dei consumatori reagirà al nuovo packaging.
Sulla base dei risultati di questa ricerca e dell’esperienza aziendale passata, il marketing dovrà determinare il ruolo primario del pack di prodotto, puntando sulle sue principali importanti funzioni, come la qualità del materiale, la sicurezza, la differenziazione, l’accessibilità, la praticità e la bellezza estetica.

Definire il packaging come un semplice confezionamento sarebbe, quindi, riduttivo; infatti, l’involucro esterno si ritrova ad essere un importantissimo elemento di marketing nel processo di comunicazione del brand; in particolare, costituisce una variabile fondamentale nel customer journey dei consumatori.
Una buona comunicazione, in particolare quella visiva, viene trasmessa principalmente attraverso il packaging: è proprio vero che la forma è sostanza!
Il consumatore che si trova a dover scegliere un prodotto in mezzo a molti altri, ricadrà senza dubbio sulle confezioni più colorate, quelle con la migliore texture e quelle con i segni iconici e con la forma più seducenti, permettendo al prodotto di distinguersi dai diversi concorrenti della stessa categoria merceologica.
Pertanto, il packaging è in grado di influenzare gli atteggiamenti dei clienti e quindi le loro decisioni di acquisto, al pari del nome di una marca.
Un packaging efficace va ben oltre il confezionamento o la copertura di un prodotto con un involucro. I materiali utilizzati devono avere lo scopo di proteggere il prodotto e di mantenerne la forma funzionale per non comprometterne l’utilità.
Il packaging deve garantire la praticità. La grandezza o la forma possono essere connesse col magazzinaggio, con la convenienza d’uso, con un particolare stile di vita.
Il packaging promuove un prodotto perché comunica le sue caratteristiche, i suoi usi, i suoi benefici e la sua immagine. In uno scenario sempre più competitivo il packaging assume un’importanza e una valenza strategica determinante.
Un prodotto per essere efficace e differenziarsi, dev’essere riconoscibile e, quindi, originale.

Read More