Il packaging e la sua storia

packaging Dolciaria Loison studiobluart castelfranco veneto

Il packaging nasce come strumento per contenere e proteggere le merci da spedire o trasportare. Le sue origini sono quindi da attribuire all’esigenza di movimentare i prodotti in modo sicuro conservandone l’integrità.

Nel corso della storia l’imballaggio è stato affiancato da altre tipologie di “contenitori”, ciò ha comportato la necessità di definire, per ciascun tipo, funzioni e scopi. Lo sviluppo di questi nuovi modelli deriva dalla  crescente necessità non solo di proteggere il prodotto, ma di persuadere i consumatori all’acquisto di un articolo piuttosto che un altro.

L’evoluzione del packaging è stata segnata in particolar modo da due importanti eventi:  l’avvento delle esposizioni universali ottocentesche, manifestazioni durante le quali diverse nazioni presentavano le proprie merci non più sfuse ma in confezioni che raccoglievano intere serie di prodotti realizzate a livello industriale che si differenziavano tra loro grazie ai packaging;  e  la nascita dei supermercati, punti vendita per la distribuzione di massa in cui era essenziale distinguere i vari articoli da quelli dei concorrenti grazie alla progettazione di confezioni ad hoc per garantire il successo di un marchio.

Attualmente però il packaging moderno è correntemente definito come “complesso delle modalità di imballaggio, confezionamento e presentazione degli articoli da offrire al pubblico, con lo scopo di convincere il consumatore finale a comprare il prodotto e/o di facilitarne il trasporto e l’utilizzazione.” (Treccani – Dizionario di Economia e Finanza, 2012).

E quindi oltre al dover svolgere al meglio e contemporaneamente 4 principali funzioni nel tempo e nello spazio: contenere il prodotto; proteggere il prodotto da possibili traumi o alterazioni provocate dall’ambiente esterno; conservare o preservare le caratteristiche ottimali del prodotto; presentare adeguatamente il prodotto, deve presentare sé stesso.

Le ultime novità nell’ambito del packaging sono gli sviluppi tecnologici che permettono di utilizzare packaging attivi che, interagendo positivamente con l’alimento, ne incrementano ulteriormente la personalità e l’unicità.

Inoltre il packaging si divide in tre categorie:

Il packaging primario è a tutti gli effetti uno strumento per la vendita che contiene il prodotto. Molto spesso è a diretto contatto con la merce, coincidendo col packaging immediato o contenendolo, tanto da rendere difficile la distinzione tra contenitore e contenuto. Come avviene ad esempio per il latte o le confezioni per biscotti.

L’imballaggio secondario, spesso definito multiplo, raccoglie più unità di vendita e può essere destinato all’acquisto diretto da parte del consumatore/rivenditore o a facilitare la movimentazione di molteplici pezzi di uno stesso articolo nei punti vendita. Basta pensare alle confezioni per snack o per bottiglie d’acqua.
Queste sono le confezioni più spesso in contatto coi consumatori, infatti sono quelle maggiormente curate.

Per packaging terziario si intende invece l’involucro destinato al trasporto della merce in maniera sicura, conservando l’integrità dei prodotti e facilitando la movimentazione di un elevato numero di articoli. Quale esempio migliore delle scatole dei corrieri o delle scatole americane utilizzate a livello industriale.

 

 

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Il Packaging è essenziale per farsi notare.

L’immagine di una confezione è la prima cosa che attira l’attenzione di un possibile acquirente, infatti l’acquisto di un prodotto nasce nella mente ancora prima di entrare in un negozio dato che ognuno sa cosa stia cercando. Ecco perché sempre più brand sono particolarmente attenti all’utilizzo dei colori delle loro confezioni come tecniche di comunicazione per posizionarsi ad un livello superiore rispetto ai loro rivali.

Per scegliere un prodotto il consumatore impiega circa due secondi ed in questo brevissimo tempo si determina il successo o l’insuccesso di un brand.
La mossa vincente per le aziende è farsi notare e distinguere in quel lasso di tempo. In una società consumistica come quella attuale è importante offrire al consumatore quello che già è presente nel suo pensiero.

Ecco che la scelta del colore e del packaging fanno la differenza.

I colori rosso e arancio spesso vengono utilizzati nel food perché sembra aumentino il battito cardiaco, la salivazione e di conseguenza l’appetito; infondono energia, passione, forza e attirerebbero immediatamente l’attenzione di chi acquista. Il blu trasmetterebbe invece sensazioni di fiducia e tranquillità, mentre il giallo avrebbe la capacità di migliorare l’umore e sarebbe preferito dalle persone golose.

Creare invece una confezione sostenibile, riutilizzabile, funzionale, con forme e colori accattivanti è un elemento chiave per la comunicazione che quel prodotto intende trasmettere al consumatore.

Ad esempio, spendere di più per un prodotto confezionato nella latta è una mossa vincente, poiché il cliente molto probabilmente riutilizzerà la confezione e vedrà il vostro marchio tutti i giorni, affezionandosi.

Per questo il fattore emozionale non è da sottovalutare. Creare infatti tutta una serie di relazioni affettive ed evocative intorno ad un brand, in grado di suscitare ricordi e momenti piacevoli della propria vita, non è solo marketing poiché il cliente rimarrà piacevolmente legato all’acquisto di quella marca, presumibilmente per tutta la vita.

Un esempio di come un nuovo brand possa farsi notare entrando nel mondo della pasta, sono il packaging della pasta “Pietro Gala” e “Good Hair Day Pasta” che invogliano il consumatore a provare il prodotto per la simpatia che questo gli causa. Dato che non vi è italiano che non la cucini almeno 5 volte a settimana un elemento importante è il legame affettivo che questi possibili compratori hanno col prodotto.

Come può quindi farsi conoscere una nuova azienda?

Deve semplicemente farsi notare, e quale modo migliore se non usare un packaging accattivante?

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Il packaging è fondamentale

Il ruolo del packaging nel marketing è sempre stato molto significativo in quanto attraverso la confezione le aziende comunicano per far notare i loro prodotti ai consumatori.

Infatti, dal momento che un packaging adeguato può aiutare un prodotto ad essere più riconoscibile sul mercato, la  scelta del colore ha un ruolo molto importante sia per il design che per la comunicazione visiva che riesce a conferire al prodotto.
La confezione del prodotto dev’essere attraente e subito riconoscibile per attirare il cliente ed essere competitiva in mezzo a tanti altri.
E’ importante effettuare una ricerca per valutare le motivazioni che spingono all’acquisto, il test di colore, l’impatto psicologico, e così via, al fine di accertare come la maggioranza dei consumatori reagirà al nuovo packaging.
Sulla base dei risultati di questa ricerca e dell’esperienza aziendale passata, il marketing dovrà determinare il ruolo primario del pack di prodotto, puntando sulle sue principali importanti funzioni, come la qualità del materiale, la sicurezza, la differenziazione, l’accessibilità, la praticità e la bellezza estetica.

Definire il packaging come un semplice confezionamento sarebbe, quindi, riduttivo; infatti, l’involucro esterno si ritrova ad essere un importantissimo elemento di marketing nel processo di comunicazione del brand; in particolare, costituisce una variabile fondamentale nel customer journey dei consumatori.
Una buona comunicazione, in particolare quella visiva, viene trasmessa principalmente attraverso il packaging: è proprio vero che la forma è sostanza!
Il consumatore che si trova a dover scegliere un prodotto in mezzo a molti altri, ricadrà senza dubbio sulle confezioni più colorate, quelle con la migliore texture e quelle con i segni iconici e con la forma più seducenti, permettendo al prodotto di distinguersi dai diversi concorrenti della stessa categoria merceologica.
Pertanto, il packaging è in grado di influenzare gli atteggiamenti dei clienti e quindi le loro decisioni di acquisto, al pari del nome di una marca.
Un packaging efficace va ben oltre il confezionamento o la copertura di un prodotto con un involucro. I materiali utilizzati devono avere lo scopo di proteggere il prodotto e di mantenerne la forma funzionale per non comprometterne l’utilità.
Il packaging deve garantire la praticità. La grandezza o la forma possono essere connesse col magazzinaggio, con la convenienza d’uso, con un particolare stile di vita.
Il packaging promuove un prodotto perché comunica le sue caratteristiche, i suoi usi, i suoi benefici e la sua immagine. In uno scenario sempre più competitivo il packaging assume un’importanza e una valenza strategica determinante.
Un prodotto per essere efficace e differenziarsi, dev’essere riconoscibile e, quindi, originale.

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Salone del Mobile Milano 17 – 22 aprile 2018

Il Salone del Mobile di Milano, dal 17 al 22 aprile 2018, rappresenta la manifestazione internazionale punto di riferimento per il settore dell’arredo e del design nella quale sono  attesi oltre 300mila visitatori.

Il salone del Mobile è considerato uno dei palcoscenici più ambiti nel mondo del design e dell’arredo. Si tratta sostanzialmente di una fiera che si svolge a Milano (Rho Fiera) su un’area di 200.000 metri quadrati.
Da non perdere, in quanto altrettanto straordinario, è il Fuorisalone: un insieme di eventi che si svolgono in contemporanea con il Salone del Mobile nella città di Milano.  E’ la manifestazione più diffusa in città con esposizioni, eventi, feste, appuntamenti che fanno della settimana di fiera una vera e propria design week che coinvolge a 360 gradi la metropoli.
Il Fuorisalone è l’anima mondana del Salone, un appuntamento da non perdere  sia per addetti ai lavori, studenti e appassionati, ma anche per chi semplicemente ha voglia di respirare l’atmosfera della Milano Design Week.
Mostre, allestimenti, aperture straordinarie, presentazioni di nuovi prodotti e party esclusivi ridisegnano i quartieri di Milano che si trasformano in veri e propri Design District con eventi diffusi.  Le zone con la più alta concentrazione di mostre, eventi culturali, feste e aperitivi sono Brera, Tortona, Ventura Lambrate, San Babila, Isola e 5 vie, naturalmente oltre la Fiera del Salone del Mobile.

Da non perdere,  il progetto  “Living Nature.  La natura dell’abitare” in piazza del Duomo, davanti a Palazzo Reale, sviluppato insieme allo studio internazionale di design e innovazione Carlo Ratti Associati (CRA).
In un unico ambiente di 500mq, concepito con criteri di risparmio energetico, verranno racchiusi quattro microcosmi naturali e climatici che permetteranno alle quattro stagioni dell’anno di coesistere nello stesso momento, l’una accanto all’altra. I visitatori potranno immergersi nella natura e viverne i cambiamenti attraversando le quattro aree: Inverno, Primavera, Estate e Autunno.
Questo progetto ha un grande valore iconico, evocativo ed esperienziale. Ma gli obiettivi ultimi sono la riconciliazione tra gli spazi domestici, urbani e la natura da un lato, e, dall’altro, la proposta di soluzioni sostenibili, realmente applicabili. Se la climatizzazione è spesso associata a consumi eccessivi, questo progetto propone un radicale cambio di prospettiva, dimostrando la fattibilità di una tecnologia per il controllo climatico che sia sostenibile, basata sull’uso di celle fotovoltaiche e accumulatori energetici, dalle ampie potenzialità per future applicazioni.

Il Salone del Mobile.Milano offre, così, un suo contributo per un re-greening, seppure temporaneo, della città. Con “Living Nature. La natura dell’abitare” si vuole, infatti, testare come uno spazio, sia esso domestico o urbano, possa diventare più a misura d’uomo utilizzando le risorse naturali in modo sostenibile.

Il progetto offre un nuovo punto di partenza e una diversa prospettiva su come affrontare i temi della salvaguardia delle risorse ambientali e del cambiamento climatico per poter migliorare le nostre condizioni di vita in casa e in città e soddisfare quel bisogno di “biofilia” – teorizzato dal biologo di Harvard Edward O. Wilson – secondo il quale siamo tutti attratti istintivamente dalla natura e “programmati” per stare meglio quando siamo immersi in essa.

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